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SUDAFRICA 5

IL NATAL E LA COSTA SUD

di Nicola De Veredicis

Il Nome “Natal” deriva, appunto, da Natale. Il navigatore portoghese Vasco de Gama navigava da quelle parti il giorno di Natale del 1497, e decise dunque di chiamare così quella costa.

Viaggiando dal Transvaal al Natal, è necessario valicare una catena montuosa chiamata Drakensberg (le Montagne del Drago).

Una di queste montagne, molto scenografica, è detta l’ “Amphitheatre” (anfiteatro) per via della sua forma arcuata.

Il Natal è per i sudafricani il posto delle vacanze estive, e la regione dove ritirarsi arrivati a una certa età. Un po’ come la Florida per gli Stati Uniti. Quando i figli erano piccoli, ci andavamo ogni estate.

È praticamente un’unica enorme spiaggia lunga circa 600 chilometri. Interrotta solo da cittadine sul mare o sporadiche scogliere.

L’acqua è tiepida quasi tutto l’anno, per via della corrente calda proveniente dal Madagascar. La vegetazione è tropicale, praticamente non c’è inverno.

Si passa il giorno andando a pesca (il pesce è molto abbondante in questa zona), rilassandosi sulla spiaggia e nuotando. Per nuotare bisogna superare le onde che si abbattono sulla spiaggia, spesso alte due o tre metri (beh, tutto sommato si tratta dell’Oceano Indiano). E poi, una volta in acqua, bisogna stare attenti agli squali che da queste parti pullulano.

Una volta ero sulla spiaggia di Scottsburgh, a sud di Durban, era una bellissima giornata e l’oceano era invitante. Mi buttai in acqua, superai i cavalloni, e mi allontanai in mare aperto. A un certo punto decisi di tornare, così cominciai a nuotare verso riva. Macché. La riva si allontanava sempre di più. Nuotai con tutte le mie forze, niente da fare. La corrente mi spingeva inesorabilmente verso il largo. Mi vennero in mente gli squali, e non fu certo un pensiero piacevole. Ero in balia del mare. Dopo qualche minuto di vera agonia, vidi a non molta distanza la barca di salvataggio in perlustrazione. Urlai, mi sentirono, mi videro e mi issarono a bordo. Salvo! Quello stesso giorno, nella stessa zona di mare, due surfers vennero azzannati dagli squali.

Durban è la capitale del Natal. È prevalentemente abitata da indiani, essendo situata di fronte all’India, e quindi primo posto di approdo degli immigrati indiani. Un famosissimo indiano, Gandhi, un giorno stava viaggiando in treno da Johannesburg a Durban. Si era seduto in una carrozza riservata ai bianchi. Quando il controllore gli fece presente il suo “errore”, rifiutò di alzarsi. “Siamo tutti uguali”, disse. Arrivati alla prima stazione, venne sbattuto giù dal treno. Apartheid, già nel 1898. Durban è una città piacevole e moderna, protesa sull’oceano.

Durban

Durban conserva notevoli tracce architettoniche del passato. Di epoca vittoriana è la City Hall.

 

City Hall

Il suo lungomare è un susseguirsi di edifici in stile Art Déco, alcuni dei quali abbastanza pregevoli.

Durban è l’unica città sudafricana con un vero e proprio bazar, dove è possibile trovare qualsiasi tipo di spezie, profumi orientali o amuleti per gli stregoni. Tra l’altro, è possibile farsi preparare il “Pan”, una droga indiana molto leggera che aiuta nella meditazione. Nel periodo “mistico” della mia vita andavo spesso a farmela preparare. Si prende una foglia di betel, la si cosparge di calce viva, e sul tutto si depone una noce di areca. Poi si richiude la foglia, e si mastica il tutto. La saliva diventa rossa, e si prova un certo senso di benessere ed euforia.

Non molto distante da Durban si trova un monumento a Nelson Mandela, scolpito dall’italiano Marco Cianfanelli. È fatto di pali con protuberanze di diverso spessore, disposte in maniera tale che da un certo punto, e solo da quel punto, è possibile scorgere il profilo di Mandela.

A sud del Natal si trova il Transkei, paese un tempo indipendente, oggi incorporato nel Sudafrica. È una regione tranquilla e bucolica, abitata per lo più da pastori, dove le mucche spesso scendono dai pascoli fin sulla spiaggia.

La costa del Transkei è terribilmente insidiosa per via delle forti onde e degli scogli semisommersi. È stata teatro, per secoli, di innumerevoli naufragi.

E gli scampati a un naufragio di tre o quattrocento anni fa non avevano alcun mezzo per poter ritornare nel mondo civile. Era dunque giocoforza, per loro, adattarsi alla popolazione locale e convivere con essa.

Mio figlio David, laureato in Genetica, per incarico dell’Università ha soggiornato in Transkei per qualche tempo. Qui ha sottoposto circa trecento indigeni ad un’analisi del DNA (dalla saliva), scoprendo con  meraviglia che molti di essi avevano antenati indiani, cinesi o addirittura scozzesi. Alcuni di essi erano neri con gli occhi azzurri. La sua ricerca dovrebbe ora essere pubblicata da National Geographic.

Proseguendo verso sud lungo la costa, si arriva ad uno dei più bei luoghi del Sudafrica: Knysna, con la sua laguna e la sua foresta. Ci si può arrivare con un trenino a vapore.

Outeniqua train

Knysna lagoon

La laguna è poco profonda, quindi accessibile solo a barche di piccolo cabotaggio. Questo la rende ideale per il turismo. È possibile affittare delle case mobili sull’acqua, in cui si può dormire, esplorare la laguna, pescare e fare il bagno.

La foresta è quella dei film di Tarzan, fittissima, completa di laghetti e cascate. È popolata da elefanti (i pochissimi rimasti), leopardi, scimmie, antilopi. Tra gli uccelli, notevole è il Turaco.

Knysna Turaco

SUDAFRICA 5ultima modifica: 2021-04-10T21:25:09+02:00da
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