Perdere
Voler morire
adagiata su un fianco
come una barca bretone
che diviene relitto
a poco a poco.
Sentire il legno
tramutarsi in muschio
affondare
nella melma dei fiordi
che pure trattiene, remoto,
l’odore vivo del mare.
Continuare a viaggiare
ogni giorno
con le maree
incatenate alla Luna.
Ma non è questo morire.
Morire è confondersi:
respirare il sale
bere l’inchiostro
non sapere che fare delle mani
non riuscire a contare
fino a due.
Morire è perdere:
perdere l’anfratto introvabile
l’alternativa
l’unica chiave
dentro l’inesistenza del tombino.
Perdre
Vouloir mourir
allongée sur un côté
comme un bateau breton
qui devient épave
peu à peu.
Sentir le bois
se changer en musc
sombrer
dans la vase des abers
qui retient pourtant,
comme un soupçon,
la vive odeur de la mer.
Continuer à voyager
tous les jours
avec les marées
enchaînées à la Lune.
Mais mourir ce n’est pas cela.
Mourir est se confondre:
respirer le sel
boire l’encre
ne pas savoir que faire de ses mains
ne pas réussir à compter
jusqu’à deux.
Mourir est perdre:
perdre l’introuvable cachette
l’alternative
la seule clé
dans l’inexistence
de la grille inaperçue.
(traduzione di Gianni Pardo)
Anna Murabito alimarbit@yahoo.com
Versi cristallini. Ci sono immagini di grande passione. Le maree “incatenate alla luna” come dimenticarla. E l’elegia della morte è un tornare nel ventre della natura . “Morire è confondersi…” Ma il concetto della fine, nelle mani del poeta, diventa fatto umano che ci fa “sentire” non solo “capire” la morte: “Morire…è non riuscire a contare fino a due”. Geniale.
Il linguaggio incisivo e potente rende vivide le immagini e fa avvertire sensazioni. “Sento il legno tramutarsi in muschio” .Stupendi i versi delle maree incatenate alla luna.