CALA LA NOTTE

Una poesia

di Anna Murabito

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CALA LA NOTTE

D’un tratto cala la notte
nei tuoi occhi.
Ti perdo
in questo sorriso nuvoloso
come un alone di luna
che ti barcolla sulla bocca.
Anch’io sorrido incerta
il mio sguardo vaga sugli estranei
sulla tovaglia bianca
in cerca di un soccorso.
La tua lontananza
dilata i minuti
allaga i pensieri
e io gioco col bicchiere
accarezzo col dito
l’orlo del piatto.
Trema, l’amore
che si credeva forte,
orgoglioso filo d’erba
sbucato dalle pietre.
Annega senza un perché
in questi gesti contenuti
in questo silenzio letale.
L’amore si dissangua.
Ha le dita rattrappite
del ragazzo
che risale dal fondo
con la cesta dei ricci.
Ora tu guidi
ed io ti siedo accanto
avviluppata
nel mio stretto disagio.
Sulle labbra secche
il profumo spento del caffè.
Onde di già visto nella mente.
E gli alberi del viale
perdono la chioma,
spettri rarefatti.
Il tonfo della portiera che si chiude
spezza il tempo.

Anna Murabito      annamurabito2@gmail.com

CALA LA NOTTEultima modifica: 2021-04-18T13:04:02+02:00da helvalida
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3 pensieri su “CALA LA NOTTE

  1. Alida! Quanta bellezza, quanto incanto in questi versi. Li leggo, li rileggo, non posso allontanarmi da questo prodigio senza sentirmi orfana. Per fortuna i versi sono qui, mi abitano tutti i .sensi. Mi sono immersa nella loro profondità e mi sento partecipe dello sgomento che descrivono.
    Santuzza

  2. Perché questa composizione poetica è classica ma anche moderna? Credo perché la situazione fermata nel tempo fa pensare a Michelangelo Antonioni o a qualche fotogramma della Nouvelle Vague: non è Jean-Luc Godard il “profumo spento del caffè” o “il tonfo della portiera che si chiude”?, mentre la struttura formale ha un andamento di antico passo semplice ed essenziale dove l’amore è “orgoglioso come il filo d’erba che spunta dalle (attenzione, non tra le) pietre”. Consueta felicità espositiva della Murabito della quale ci meravigliamo ad ogni composizione.

    • Ringrazio molto Santuzza e Giuseppe. Credo che i temi eterni dell’amore, del dolore, dell’abbandono, al di là di tanto sterile ed artificioso ermetismo, trovino un’eco nell’anima di molti di noi.

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