RICORDI D’IRLANDA

di Nicola De Veredicis

images (3)Alcuni anni fa, decisero di costruire un aeroporto a Shannon, Irlanda. Dopo qualche tempo il posto ideale venne scelto, l’aeroporto venne costruito, e cosi’ l’ autostrada per l’ aeroporto. Ma quando gli operai si accorsero che l’autostrada avrebbe attraversato un piccolo bosco abitato dalle fate, si rifiutarono di continuare. Dunque oggi quell’autostrada fa un largo giro, per evitare quel boschetto.

­Nel 1958 la Walt Disney produsse un film dedicato alle fate e ai folletti irlandesi, “Darby O’Gill and the little people”. Nell’occasione fu organizzata da Hollywood una spedizione di due fotografi a Kerry, in Irlanda, nella speranza di poter fotografare dei veri folletti. E non era una mossa pubblicitaria: la spedizione venne tenuta segreta, e la notizia trapelo’ solo molto tempo dopo.

L’Irlanda e’ un paese molto diverso dagli altri.

Circa quindici anni fa feci un viaggio di lavoro in Inghilterra e Irlanda, insieme a un mio partner. La permanenza in Inghilterra fu molto piacevole, fummo trattati molto bene dai nostri clienti, misero un’auto con autista a nostra disposizione. Sorrisi e cortesia dovunque andassimo. L’Inghilterra ha inventato i gentlemen.

Poi da Londra volammo a Dublino. All’aeroporto fummo accolti dall’autista dei nostri clienti irlandesi. E di colpo mi sentii a casa.

Qui non c’era semplice cortesia, c’era familiarita’. La stretta di mano fu forte e calorosa. Dopo pochi minuti eravamo amici, e ci raccontavamo storie di vita vissuta, scambiavamo notizie sulle rispettive famiglie, ridevamo insieme. Il sole splendeva, dopo la nebbia di Londra. Ci inoltrammo su strade minuscole, diretti a Borris, nella contea Carlow. La campagna era verdissima, e l’orizzonte non era mai molto distante, si passava di vallata in vallata. Nessuno sulla strada guidava in fretta, e altrettanto faceva il nostro autista. Si godeva il viaggio, cosi’ come noi. Impiegammo circa due ore per percorrere i 120 km da Dublino a Borris, e il traffico era inesistente o quasi.

Questo fu il mio incontro con l’Irlanda. E la sensazione di familiarita’ e benessere non cambio’ mai, fino al momento della partenza. Dovunque andassimo, facevamo amicizia. Nei pub, ad esempio. Mi ritrovai a cantare in coro con perfetti sconosciuti in un pub di Dublino, dopo un paio di birre scure, e grandi manate sulle spalle.

Gli irlandesi sono i napoletani del nord, senza la volgarita’ dei napoletani.  Sono aperti, allegri, amichevoli e si fanno in quattro per te; ma non ne abusano. Una serata in un pub ti lascia calorose e piacevoli memorie. A parte il cibo, purtroppo. Devo ammettere che il cibo in Irlanda non e’ la fine del mondo. Ma dopotutto nessuno e’ perfetto.

I paesaggi sono straordinari. Prati, colline, boschi, villaggetti, castelli. Il sole che esce e entra dalle nuvole. Piove spesso, ma in genere sono pioggerelle minute di breve durata, che rendono l’erba smagliante di verde e alimentano fiumicelli e laghetti.

Andare in Irlanda significa fare un salto nel passato. Specialmente nei villaggi (il 90% del paese) non c’e’ la vita frenetica del mondo d’oggi, si vive piu’ lentamente. Sul Ring of Kerry, una strada ad anello di 180 km che attraversa incantevoli villaggi, campagne, laghi e una costiera mozzafiato, la massima velocita’ consentita nei (pochi) tratti rettilinei e’ di 100 Km/h, che scende a 60 km/h per la maggior parte del tragitto. È anche  possibile affittare un carro con cavalli, nel quale si puo’ passare la notte, per andare in giro per giorni lentamente ammirando il paesaggio.

L’Irlanda e’ forse l’unico paese al mondo dove e’ ancora popolare lo storytelling (raccontare storie). Alla sera ci si riunisce in gruppi, e si ascoltano vecchie storie raccontate da fini dicitori. Non di rado poi, alle storie seguono musiche e canti, ed eventualmente danze.

L’Irlanda e’ un paese moderno che non dimentica il proprio passato. E’ fiera di se’ stessa, della sua storia, le sue leggende, le sue antiche credenze e superstizioni.

La quantita’ e varieta’ di superstizioni in Irlanda e’ incredibile.

Il primo maggio bisogna bagnarsi le mani nella rugiada mattutina.

Sulle barche non si puo’ fischiare, porta sfortuna.

Nell’isola di Arranmore, se qualcuno si perde nella nebbia, deve togliersi il giaccone e indossarlo al rovescio. Poi deve piroettare tre volte su se’ stesso, e in quel modo ritrovera’ la strada.

In certe parti dei boschi, bisogna stare attenti a non calpestare l’erba dei “cerchi delle fate”. In questi si puo’ entrare, ma solo dopo aver chiesto il permesso alle fate. Alle quali si possono offrire in dono miele e biscotti.

Adoro l’Irlanda.

 

RICORDI D’IRLANDAultima modifica: 2020-12-28T11:36:38+01:00da helvalida
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8 pensieri su “RICORDI D’IRLANDA

  1. Nicola ci descrive un popolo “soave”, che non solo ama raccontare le storie ma sa vivere le favole. Meravigliosi matti, dunque. Forse troppo fanciulli per noi “vecchi” carichi di storia e di disincanto, fin dai tempi di Omero.

    • Ricevo, e volentieri pubblico, una lunga lettera di Giancarlo Alù per Nicola De Veredicis.

      Complimenti per l’articolo sull’Irlanda che ho scoperto solo ora . Tutto vero, ottima relazione piena di colore e di calore. Io ho vissuto per quasi 14 anni, forse di più a Dublino e frequentemente ho scoperto angoli magici e unici nei posti che lei ha menzionato.
      Ho avuto la fortuna di aver vissuto con una donna, una vera Bubliner,, bellissima come quasi tutte le irlandesi, giornalista colta e scrittrice di successo, che come tutti gli irlandesi, ama svisceratamente l’Italia anche a causa della religione cattolica. Infatti, gli Irlandesi vedono Roma e l’Italia come un faro di salvezza e di protezione, essendo essi immersi in una realtà socio- politica da secoli a loro fortemente avversa: Tutti i paesi non papisti, cioè i protestanti , in primis proprio gli Inglesi, li hanno da oltre 4 secoli perseguitati, fisicamente e moralmente a causa proprio della religione: L’Irlanda era l’immagine dell’odiata Santa Sede, nemica del Regno Britannico , ultima e isolata propaggine della Santa Sede papale, pervicacemente e totalmente cattolica romana ed era per di più colonia sempre difficile da governare e ribelle per natura.
      La storia dell’Irlanda è complicatissima e legata ai venti politici di tutta l’Europa.
      Cromwell durante una di queste guerre di colonizzazione del paese e per sedare ribellioni interni con il suo esercito fu feroce oppressore con massacri e uccisioni di tutti i villaggi che si arrendevano e che disubbidì l’ordine reale di finire le distruzioni dei villaggi irlandesi e tornare a Londra che abbisognava del suo esercito per rinforzare l’armata inglese in previsione di una possibile guerra con la francia .
      Cromwell tornò a Londra solo dopo aver lasciato desolazione e morti in Ir-landa ribelle riducendo la popolazione ad un terzo . Dopo l’acquistata indi-pendenza (l’Irlanda fatalmente fu la prima colonia persa dall’Inghilterra , e diventata Repubblica indipendente il 16 aprile del 1922), una bomba distrusse la sua statua equestre al centro di Dublino e al suo posto ora si erge lo Spyke, una specie di palo-obelisco di metallo altissimo che finisce a punta…e di cui nessuno sa esattamente di che cosa esso possa essere il simbolo.
      Per quanto riguarda il popolo e la loro configurazione psico fisica, riporto una descrizione da una guida dell’Irlanda edita a Londra nel 1680, dopo i massacri di Cromwell: …che. tradotta, suona più o meno così:
      “ L’irlandese è vigoroso e sano, dal carattere irruento e ribelle, e difficilmente si piegano alle nostre regie leggi, la loro lingua è il gaelico impossibile da capire, e il loro inglese è quasi incomprensibile. .E’ un popolo di pastori e contadini, che vivono di latte e di patate, ma d’ingegno fine e astuto. Le donne mostrano la bellezza, con carnagione scura e occhi e capelli neri, eredi delle infiltrazioni bretoni e francesi, altre biondissime, bellezza della razza danese e norvegese che li colonizzarono prima di noi, con complessità di un bianco latteo e occhi di un azzurro mare che sicuramente è il riflesso dell’oceano in cui l’isola e’ immersa-( when irish eyes are smiling…)-
      La Natura è singolare ed ecco alcune peculiarità : La solenne , grandiosa Cattedrale di Saint Patrick, nella cattolicissima Dublino, capitale dell’altrettanto cattolicissima Irlanda, che ha praticamente cacciato tutti i protestanti dal paese, ..è una chiesa protestante e la domenica è’ patetico vedere alla fine della funzione, uscire poche sparute donnette.
      L’Irlanda ha la piu’ importante flotta di pescherecci forse del mondo, non soltanto per il loro numero ma anche per la qualità e quantità del pescato…. Ma tutto viene venduto au mercati esteri, semplicemente perché gli irlandesi non amano il pesce, non lo sanno cucinare (non solo quello), non lo amano, da sempre. Io ho spesso avuto difficoltà di reperire qualche seabass, orata o anche aragoste nei mercati anche all’aperto di Dublino. A mia richiesta ho sempre ricevute occhiate di sospetto come se avessi chiesto dove posso comprare cocaina? Un mio amico famoso giornalista di Cork, conduttore radiofonico e di tv, mi porto in un ristorante (raro) del porto per gustare una aragosta. Ci fu servita praticamente cruda , in un triste piatto senza condimenti o contorni. Per non parlare delle ostriche ordinate in un ristorante di un bellissimo Hotel , il cui personale era composto di giovanissime ragazze cecolsovacche, ungheresi, polacche, che parlavano inglese con difficoltà e di givani giamaicani o senegalesi. Bene le Ostriche erano piene di sabbia…
      Talmente è la repulsione verso il pesce che quando la famine colpì le patate, nel 1845, a migliaia morirono letteralmete di fame e i più coraggiosi scapparono in America. Tutto il mondo ebbe pietà: addirittura lo Zar mando 5 milioni di rubli (credo) e ovviamente li mando alla regina Vittoria…. La quale ringraziò e non le dono agli irlandesi , mettendoseli …in tasca. Una buona occasione per eliminare questi scomodi ribelli.
      E ci sarebbe da parlare dei bellissimi palazzi…del 700 tutti inglesi, per gli inglesi, ancora del grado di eterna ebrezza alcolica che è un evento cruciale, normale endemico e diffuso come costume nazionale, malgrado i prezzi astronomici del vino italiano , basta che sia di gradazione alcolica almeno di 13 gradi proof.
      Ci sarebbe da raccontare la mia esperienza con il primo ministro, Bertie A-hern che ci ha invitato per un drink e della sua cordialità e gentilezza quando qualcuno gli disse che ero italiano e un esperto di Arte che avevo contatti con il Trinity College ecc. ultima curiosità: in Irlanda non esistono vipere, che la leggenda vuole cacciate da san Patrick, e finalmente il monte piu alto dell’Isola e di 980 metri!!
      Ma le foreste non hanno eguali, nè la Francia e tanto meno la Germania.
      Ultima nota per una chimica della vita anni fa sono rientrato a Roma e pur-troppo ho lasciato il mio cuore in Irlanda ma non avrò più occasione di tornarci. Ma ho con me una cinquantina di volumi del 800 con bellissime fotografie, centinaia di foto dal 1860 al 1890, tutti i volumi stampati a New York o a Chicago….Nella meravigliosa rivista the Illustrated London News, si tratta di questo dramma irlandese in un solo numero corredate da poche silografie che mostrano la popolazione ridotta a cadaveri viventi e a straccioni.
      A richiesta posso inviare foto della rivista o foto dai miei libri . auguri

  2. Caro Gianfranco, adesso siamo in tre ad amare l’Irlanda…
    La ringrazio sentitamente del suo interessante commento, e mi farebbe davvero piacere poter vedere alcune foto tratte dalla rivista o dai suoi libri.
    Colgo l’occasione per porgerle le mie congratulazioni per il bellissimo articolo sul Barocci, del quale avevo visto e goduto alcune opere durante il mio periodo Romano.
    Spero che resteremo in contatto in futuro.

  3. Caro Nicola, intanto chiedo scusa per questo articolo che non era effettivamente pronto per la divulgazione… era solamente una veloce brutta bozza buttata giù in fretta con la sicurezza di non essere letto prima di essere controllato, corretto con aggiunte , dandogli una forma cristiana e più o meno leggibile. Me ne sono accorto troppo tardi …ho emplicemente inviato una cosa a posto di un’altra. Pazienza.
    Nullum scelus. rationem habet !
    ormai è andata. Stavo pensando perchè, at random, non scriviamo in combinazione, alternandoci, brevi nostre esperienze o pensìeri sull’Irlanda scambiandoci cosi’ anche a favore di chi ci legge
    impressioni personali, visioni di quel mondo che in effetti è lontano e isolato per molti versi più vicino agli Stati Uniti che all’Europa? Mi faccia sapere. la saluto e la ringrazio anche per le gentili espressioni di gradimento del mio scritto su Barocci.
    Per le foto dei miei libri e dei giornali dell’epoca debbo interpellare la Professoressa Murabito, perchè appartendo io ad in mondo meno tecnologico del presente e più vicino all’era paleolitica, non sono pratico nella meccanica di fare foto dei libri e poi versarli dal pc al blog . Dovrò chiedere lumi. .
    Volevo in fine congratularmi proprio con la Professoressa Murabito che è l’ideatrice e la moderatrice del blog per l’alta qualità degli scritti, suoi e degli
    altri partecipanti che stanno connotando questo suo virtuale salotto culturale, di uno stile, di classe ed eleganza intellettuale notevole.
    E’ un’isola felice che si distingue dagli altri blog proprio per la qualità dei toni, dei soggetti presentati e degli stessi partecipanti . Ed è una interessante realtà culturale artisticamente e scientificamente arricchente e vedo uno stimolante sviluppo futuro che contribuirà ad una maggiore elevatura spirituale della nostra societa umana. Grazie

  4. Caro Giancarlo, devo scusarmi anch’io, per il ritardo con cui le rispondo.
    Trovo bella la sua idea di scrivere alternatamente sull’Irlanda. Fatto sta, pero’, che purtroppo io ci ho passato una settimana sola, e bene o male ho gia’ scritto piu’ o meno tutto cio’ che avrei potuto scrivere sull’argomento. Mi ripromettevo di tornarci con mia moglie l’estate scorsa, ma ovviamente non ci e’ stato possibile. Alternativamente, potrei scrivere sul Sudafrica, paese in cui vivo ormai da piu’ di trent’anni. Magari potremmo avvicendarci a questa maniera, lei sull’Irlanda, io sul Sudafrica (ed Africa meridionale in genere, che conosco piuttosto bene). Vediamo che ne pensa Alida.
    La saluto cordialmente.

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