RESTA DENTRO DI ME

una poesia di Anna Murabito

Resta dentro di me
la tua presenza,
il tuo sentire disarticolato
e mobile,
quel vivere di sfioro, senza approdo,
che non vuole toccare l’anima delle cose.
Le incertezze legate al muoversi dell’onda.

Resta dentro di me
la tua ricchezza
di cristalli
di vento di mare
di luce
di parole
squillanti o tenui
a svelare il mistero di mescolanze indicibili
e sorrisi indecifrabili
nelle eterne invenzioni dei pittori.
Il ricordo dei tuoi banchetti e dei tuoi amori,
il racconto delle eleganti feste antiche,
di scorribande, di avventure.
E del pianto che non si vede
divorato da una risata forte.
Le distrazioni ingenue della mente
che all’improvviso
aprono varchi di spiagge sperate
nei deserti vissuti.
L’orgoglio di cantare con gli Arcangeli
per adorare Mozart in eterno.

Resta dentro di me
il tuo nido ferito
di oscurità e di tremito,
il tuo avanzare frettoloso e ansante
che trasale di tristezze improvvise
e di altere impennate
di ansie sinistre e lampi viola.
La tua fragilità vetrificata di paure
che cerca il suo ristoro
nell’arrendevolezza
del cedimento.

Resta dentro di me
il tuo tempo,
passato, come il mio.
I tuoi silenzi vestiti di nero,
quinte di un teatro senza scene,
pareti di un labirinto senza uscite,
immobili, nella tua frenesia,
come note elettroniche,
quasi il ricordo
di una voce spezzata.

Anna Murabito     annamurabito2@gmail.com

RESTA DENTRO DI MEultima modifica: 2021-05-30T12:47:08+02:00da helvalida
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “RESTA DENTRO DI ME

  1. Stupenda.

    Restano dentro di me i gesti e le particolarità di certe donne del mio passato…. forse più bambine che donne… ragazze, dài. Giovani e vecchie. Potrei usare per una o più di loro le stesse parole che compongono “Resta dentro di me”…

    “… il tuo tempo,
    passato, come il mio.”

    Già. Ineluttabile. Ma poi – alla fin fine – si glorificano le scorribande, le avventure; o meglio il racconto che si fa di quelle felici (perlopiù felici) pazzie.

  2. Peter, grazie. A te in particolare perché sei schivo e riservato. È un momento di felice sintonia: quello che scrivo ti “arriva”, quello che dici mi tocca altrettanto.

I commenti sono chiusi.