una poesia di Anna Murabito
Ricordo di quella volta
che il sole dormiva rosa sulla neve
ed il cervo chiudeva gli occhi
nel primo tepore del mattino.
Il ciottolo sposava l’acqua
ed era strascico bianco la spuma.
La nebbia si levava
sui canali fermi
lo sgomento tremava
nelle ultime luci del paese
mentre la nave prendeva il mare.
Ho raccolto
campioni di vita a perdere
come vecchie bottiglie di vetro
fasci di giorni
senza codice a barre
storie di cielo e di brughiera.
Senza inizio né fine.
Foglie opache, foglie lucide.
Foglie senza ragione.
Conosco
le braccia bianche dell’amore
gli occhi gialli delle notti insonni.
E le montagne nere di carbone
da spalare ogni giorno, come Sisifo.
Sale il perlage nel calice di vino
mentre la rosa agonizza
in un bicchiere.
Le radici del sogno sono stanche.
Anna Murabito annamurabito2@gmail.com
Esistono un’infinità di ragioni per amare i capolavori di Alida, che incanta sempre con la sua incredibile enfasi e con il suo talento disarmante.
Un vortice di arricchimento per l’anima curato in ogni minima sfumatura da un’infinità delicatezza , di cui solo lei è capace.
Il testo si impone per originalità, eleganza e perfezione. I versi scolpiscono immagini che si imprimono nella mente e comunicano emozioni.Colpisce il contrasto tra il paesaggio calmo e tranquillo e la vita che, “le montagne nere da spalare ogni giorno ” non lascia alcuna speranza.
Con molto ritardo rispondo alle mie amiche Anna Maria e Agata e mi scuso. Quello che temevo alla fne è accaduto: commenti così affettuosi e lusinghieri mi hanno lasciata senza parole. Non posso far altro che ringraziare.