Mahler
Mahler conosce il bosco e la radura.
L’acqua scorre lontana
conducendo foglie
tremanti di luce
ed echi di canzoni.
Folate
si avvitano leggiadre
e fuggono
lasciando nell’aria
un sospiro incompiuto.
Cristalli di sole
d’improvviso trafiggono la nebbia.
Mahler conosce l’amore.
Lo spinge sulla luna
lo percorre
sulle onde dense
della voce del contralto
in un’estasi sfinita
che ignora il tempo.
Mahler accarezza le note
le perde, le ritrova
le riperde.
La marcia funebre
corrompe l’innocenza
del girotondo
l’ombra lugubre del fagotto
ottunde
lo splendore della tromba.
Mahler porta la croce.
Conosce la sete delusa
la tristezza sconfinata
del deserto di pietra.
È tutto velo e fuga.
E la gioia
è un ferito che danza
Cyrano che parla d’amore
mentre non ha respiro.
I colori del lutto
con il suono dei timpani
con la minaccia dei contrabbassi
attraversano il corpo.
Mahler conosce l’agonia.
Affonda
con i suoi tagli bianchi
con le ali sfibrate
e le rose perdute.
Quando le note allagano
lo stupore del nulla,
arriva
dove la musica finisce.
Mahler sa cos’è morire.
Anna Murabito alimarbit@yahoo.com