MUSICA 5

La musica è maschio. Non nel genere, neanche per i tedeschi. Loro che hanno “il luno”, “la sola”, “la mura”, poi hanno la musica al femminile. Ma la musica non è femmina. Perché non avvolge, non protegge, non accoglie e non riceve. Penetra.

È un maschio violento e prevaricatore, così avrebbero detto le femministe. Non porta le mutande e le toglie a quelli che si sottopongono al suo dominio. Entra senza chiedere il permesso e fa piangere per il dolore. Per me che ho forti connotazioni femminili, va bene, ma Valerio ha dovuto arrangiarsi e subire. Si vede che è una depravazione che gli piace, anzi di cui non può fare a meno, se la subisce da cinquant’anni e non ha intenzione di smettere. Forse perché il piacere che dona è infinito e rischia di ridurre chi lo prova come quel personaggio di un film di Woody Allen che aveva avuto un orgasmo di tre ore. Era tutto storto e mezzo scemo. “Però si è divertito” commenta il suo interlocutore. Ecco, Valerio si è divertito, ed anche Leonard Bernstein e Daniel Oren: le loro facce mi passano davanti agli occhi e quello che esprimono è inequivocabile. Devono essersi divertiti anche gli altri direttori d’orchestra, che hanno manifestato le loro sensazioni in maniera più discreta: nel sesso ciascuno ha i suoi modi. Però una cosa è certa, quello di direttore non può essere un mestiere, è un vizio.

La musica è ciò che Sade poteva aver intuito se la patologia non avesse sconvolto la sua mente: violenza dura ma incruenta e proliferazione infinita e quasi tangibile di cellule di piacere.

Eravamo in Scandinavia e viaggiavamo in mezzo a cascate e dirupi su un autobus che doveva portarci non sapevamo in quale albergo sperduto sulla cima di una montagna. “È una terra di selvaggi” diceva Valerio “non ci abiterei mai”. Invece quel giorno la mia anima si era svegliata romantica e nordica. Mentre dibattevamo sui nostri gusti diversi in materia di Norvegia, cominciò a diffondersi una musica celestiale: Grieg, finalmente, dopo una settimana di canzonette scimunite.

Chi aveva messo la cassetta non sapeva neanche di cosa si trattasse. Infatti sentivamo direttamente la seconda parte del Peer Gynt, ma a noi non importava l’ordine.

E improvvisamente Valerio si mise a piangere, come Ciaula che scopre la luna, di un pianto incontenibile con le lacrime che gli scendevano lungo le guance e lui che mi implorava: “Ti prego, nascondimi, non voglio che se ne accorgano. Erano otto giorni che non sentivo musica!”.

L’astinenza era finita. Ricominciava il dolore e il piacere insieme, il delizioso tormento, il veleno che gli schiantava il ventre e l’anima e risaliva al cervello, quel veleno di cui non poteva fare a meno. Piangeva di consolazione, come Ciaula. La notte non era più buia, c’era la luna in un cielo “ora pieno del suo splendore”.  

Anna Murabito     alimarbit@yahoo.com

 

MUSICA 5ultima modifica: 2020-08-22T19:52:53+02:00da helvalida
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2 pensieri su “MUSICA 5

  1. Ma i nostri soloni della letteratura leggono queste pagine? O sono troppo occupati in incombenze diverse ? Li sfido qui e ora, da questo iroso commento, a leggere questo brano e non rimanere mortificati per non aver conosciuto prima d’ora chi è in grado di creare tali sensi estatici oggi mai uditi. C’è tutto. Tutto quello che un amante di cose grandi può desiderare. Cultura, sensibilità, eleganza, passione, acutezza interpretativa, capacità espositiva incredibile, tutto al massimo livello e voglio fermarmi qui. I soloni non hanno tempo per accorgersi di queste ricchezze. E non pensano al danno che fanno a se stessi e soprattutto a noi lettori nel non accogliere e valorizzare tali scrittori. Ma leggano, perdio!

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